Il blog del corso di scrittura giornalistica I - Università di Cassino, facoltà di Lettere e filosofia

sabato 28 febbraio 2009

Preparatevi per l'atterraggio...


Ho finito di leggere i vostri elaborati (anf!). Molto interessanti, devo dire che sono molto soddisfatto visto che per due terzi si collocano fra buono e ottimo (quest'ultimo è peraltro un bel gruppetto). Il nostro aeroplanino si avvicina alla pista, mi riguardo i compiti con più problemi e pubblico i risultati: a qualcuno chiederò di venire al ricevimento per parlare di alcune risposte che non mi hanno convinto, ok? A prestissimo!

domenica 22 febbraio 2009

Omaggio a Nico

Ragazzi, se n'andata una persona di cui avevo molta stima. E' Nico Garrone, un critico teatrale di Repubblica (e non solo) che aveva molta attenzione verso gli artisti emergenti. Mi piacerebbe se leggeste il ricordo che ne ha scritto un suo collega, Rodolfo Di Giammarco. Basta cliccare qui...

giovedì 19 febbraio 2009

Allacciate le cinture!

Vedete questa cifra dipinta sull'asfalto? L'ho catturata con Google Maps e compare sotto gli occhi dei piloti che si dirigono verso l’aeroporto dell’Urbe, a Roma. Rappresenta (come mi spiega il mio amico Massimo che sta imparando a guidare gli ultraleggeri) l’orientamento della pista d’atterraggio rispetto al nord. Ma 34 sono anche i compiti della prova intermedia che sto correggendo in queste ore. Tenetevi forte, è iniziata la manovra d’atterraggio verso la prima tappa del nostro volo…

mercoledì 18 febbraio 2009

Se ne parlava stamattina...


Computer che somigliano sempre di più a telefoni cellulari, smartphone che svolgono in tutto e per tutto la funzione dei personal media... Stamattina (dopo la prova intermedia del corso di scrittura giornalistica) ho tenuto una lezione con gli studenti di terzo anno che seguono il tirocino. Fra gli argomenti che abbiamo toccato, in queste tre ore di discussione intorno ai media della tarda modernità, c'è stata proprio l'ibridazione dei device e la convergenza tra le diverse piattaforme. Trovo sul Corriere.it un articolo dal World mobile congress di Barcellona che racconta proprio questo fenomeno presentando alcuni oggetti d'uso di ultima generazione che vanno in questa direzione. Vi invito a leggerlo, apre spunti di riflessione e squarci nel futuro prossimo utili anche per capire come cambia la funzione del comunicatore (giornalista compreso) nella tarda modernità.

Fra gli argomenti affrontati stamattina anche il "salto di medium" nella conversazione interpersonale, concetto a me molto caro visto che il prossimo 12 marzo si presenta a Roma (Bibli, via dei Fienaroli 28, 0re 18.00) un volume edito da Franco Angeli ("L'arte dello spettatore") con un mio saggio proprio su questo tema. Vabbè, non lo faccio più, scusate la pubblicità... ;-)

domenica 15 febbraio 2009

Verso la prova intermedia


Mercoledì mattina abbiamo la prova intermedia che consentirà, a me e a voi, di capire a che punto siamo nel nostro percorso verso l’idoneità (che sarebbe il vostro oggetto di valore…). Sarà centrato prevalentemente sulla parte teorica, visto che alla scrittura abbiamo già dedicato diverse esercitazioni. Con una sorpresa che rivelerò al momento…


Ma quali sono gli argomenti su cui ci siamo soffermati fin qui? Ecco una breve lista utile a rintracciare le dispense nel blog (basta cliccarci sopra):



Buon ripasso!

Prove d'orchestra


Ho corretto anche la vostra quarta esercitazione e mi sembra che stiamo procedendo nella direzione giusta: avete trovato quasi sempre degli attacchi efficaci, che contengono le informazioni essenziali della notizia presentandola in maniera corretta e interessante. Nella parte referenziale poi si alternano, più o meno fluidamente, il discorso indiretto con le dichiarazioni delle fonti. Vi porto gli elaborati martedì, sarebbe bene che quelli con più correzioni possiamo discuterle insieme, magari durante l'orario di ricevimento. Voglio però dare un'annotazione utile per tutti: abbiamo visto che è possibile strutturare l'attacco con uno stralcio di discorso diretto, inserendo un punto fermo dopo la dichiarazione ed esplicitando, a seguire, la fonte. Faccio un esempio tratto dall'ultima esercitazione di Chiara:

“Sì, ci ha lasciati”. Queste le prime parole di Beppino Englaro all’annuncio della morte di Eluana avvenuta alle 20.10 di ieri presso la casa di riposo “La Quiete” di Udine. La notizia è stata comunicata all’uomo, padre della donna che da 17 anni era in stato vegetativo a seguito di un incidente stradale avvenuto nel 1992, dall’anestesista Amato De Monte...

E' una formula efficace che molti di voi hanno, giustamente, utilizzato. Attenzione però a non utilizzare questa struttura all'interno dell'articolo, nella parte referenziale, dove invece occorre invece uno stile più narrativo. Altro esempio, per capirci, estratto dalla parte centrale di un'esercitazione stavolta senza firma:
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“Sì, ci ha lasciati. Ma non voglio dire niente, voglio soltanto stare solo” è stato il primo commento del padre, Beppino Englaro, che da anni stava lottando per sospendere le cure che tenevano in vita sua figlia.

Vedete? Dopo la dichiarazione non c'è il punto fermo, che serve per alzare il ritmo nell'attacco come un colpo di timpano o di grancassa durante l'esecuzione di un brano musicale. All'interno dell'articolo invece, dopo la battuta fra virgolette, il periodo prosegue esplicitando, senza interruzione, la fonte... come se suonassero dei violini. Chiaro, no? L'attacco ha una morfologia propria, con un ritmo elevato e delle soluzioni specifiche che abbiamo visto nelle precedenti lezioni. Nella parte seguente dell'articolo la scrittura giornalistica diventa simile a quella del romanzo: il ritmo riacquista una maggiore naturalezza, il periodo si struttura attraverso delle subordinate, la narrazione si dipana attraverso l'alternaza fra mimesi e diegesi.

In fondo anche il testo scritto, oltre a quello sincretico rappresentato dalla pagina del giornale, ha una sua organizzazione plastica che deriva proprio da come gestiamo il ritmo del periodo e le relazioni fra i diversi blocchi che lo compongono.

domenica 1 febbraio 2009

Siete in prima pagina!

Beh, è la prima volta che pubblico l'immagine di una mia aula sul blog ma ho visto che la cosa vi faceva piacere e così mi sono convinto... In questo momento stavate componendo alcuni attacchi di articolo durante la nostra prima esercitazione in aula informatica. Si vede anche il proiettore acceso attraverso il quale vi avevo mostrato alcuni siti web d'informazione basati sui contenuti generati dagli utenti (user generated content). Abbiamo dato un'occhiata a Current Tv, la tv fondata da Al Gore negli Stati Uniti di cui esiste dal maggio scorso anche un canale italiano (guarda questo post) e a Wikinotizie: un giornale on line basato sulla stessa formula della Wikipedia, perciò ogni utente può pubblicare un proprio articolo e gli altri possono correggerlo. Una buona opportunità per formarsi sul campo, non credete? Aggiungo un'altra opportunità: Diregiovani, una versione collaborativa dell'agenzia d'informazione Dire che punta a costruire un community di giovani reporter multimediali nella quale anche voi potete entrare. Una lista delle testate internazionali on line che si basano su questa formula viene fornita dalla Wikipedia a questo link.

Il giornalismo collaborativo (o partecipativo, che dir si voglia...) del resto è una tendenza sempre più marcata anche nei media tradizionali. Persino il Tg1 ha sollecitato i propri telespettatori a inviare servizi giornalistici, nel tentativo di stare al passo con quanto accade sul web. E le grandi testate on line aprono spazi che invitano i lettori a diventare autori: Repubblica.it, per esempio, propone agli studenti delle scuole medie e superiori di diventare reporter. Anche i giornali di carta, in particolare la free-press, portano sempre più spesso in evidenza i lettori, le loro opionioni, i loro volti... Stiamo assistendo, insomma, ad un processo che punta a costruire relazioni sempre più interattive fra autori e lettori. Vediamo le tappe di questo percorso:

  • i "vecchi" giornali di carta hanno messo (e continuano a mettere) a disposizione dei lettori la rubrica delle lettere che permette a chi legge di affiancare, in qualche modo, i giornalisti.
  • i media elettrici (la radio e la tv) hanno consentito agli utenti di guadagnare altro spazio, principalmente attraverso il telefono che ha aperto una breccia importante nell'impianto frontale dei mass-media.
  • Con la nascita di internet si sono aperti ulteriori spazi d'interattività, come i sondaggi on line o i forum moderati da giornalisti che discutono, per esempio su www.corriere.it, con i propri lettori su diversi argomenti. Sui giornali on line proliferano inoltre i sondaggi che pure rappresentano un'ulteriore opportunità per chi legge di esprimere la propria opinione.
  • La vera rivoluzione però è arrivata con i blog, vale a dire i "diari on line" che si sono evoluti sempre più nella direzione del giornalismo indipendente. Chiunque può svolgere una funzione autoriale, anche nel campo dell'informazione, fornendo agli altri utenti la possibilità di commentare. Una dinamica che tende a sfumare la separazione fra autore e lettore, a mescolarne i ruoli, e che ricorda quanto accadeva sui manoscritti antichi dove il testo principale veniva spesso integrato da glosse a margine: ne consegue un testo complesso nel quale l'autore dell'opera convive con altri autori/commentatori autorevoli (copisti, studiosi, altri letterati...) che la integrano.
  • Infine (almeno per ora...) la dimensione del social network, quella in cui prende forma il giornalismo collaborativo: una rete sociale si proietta nel web attraverso contenuti di diverso genere, dalle autobiografie di Facebook alle aste di E-bay, fino alle immagini di Flickr o ai video dell'arcinoto Youtube... In questo nuovo contesto, che sfrutta al meglio le opportunità del web, nascono delle testate giornalistiche, o paragiornalistiche, collettive che possono essere moderate da una redazione centrale (come nel caso di Current tv) o assolutamente orizzontali (oltre a Wikinotizie vi segnalo, a titolo di esempio, anche www.fainotizia.it/ che è legato ad un partito politico ma mi risulta che lasci alla comunità degli utenti il compito di autoregolarsi).
A questo punto però vi lascio con una domanda che, se credete, possiamo riprendere a lezione: che fine fa la professione giornalistica? Le testate collaborative sono più o meno affidabili di quelle tradizionali? Esiste una collaborazione virtuosa, un nuovo patto che si può stringere fra giornalista e lettore alla luce delle nuove piattaforme interattive (utile per esempio a puntualizzare degli aspetti, a correggere errori...)? Comunque la pensiate è in questa dimensione liquida che è destinato a muoversi il giornalista della tarda modernità...

Primi attacchi

Non è una notizia di guerra... Volevo solo dirvi che ho corretto i vostri attacchi, nel complesso ben fatti, anzi c'è qualcuno di voi che già dimostra di avere uno stile brillante. Martedì ve li porto a lezione, vedrete che gli errori (chiamiamolì così... anche se a me piace parlare di ipotesi diverse) riguardano soprattutto la mancanza di alcuni elementi utili a circostanziare la notizia: dove sono stati arrestati gli uomini di cui si parla? Quando? Abbiamo detto che l'attacco è concluso quando sono state espresse tutte e cinque le mitiche W del giornalismo... Ci sentiamo e se passate oggi da queste parti, buona domenica! :-)