Il blog del corso di scrittura giornalistica I - Università di Cassino, facoltà di Lettere e filosofia

mercoledì 26 maggio 2010

Laboratorio in diretta


Stamattina in aula informatica abbiamo realizzato un piccolo esperimento: una parte della nostra esercitazione di scrittura giornalistica è stata trasmessa in diretta audio/video sul nostro blog. Qui sopra trovate alcuni screenshot di questa esperienza, c'è Donato mentre lavora al suo computer, Cristiana al telefono con un esperto sul tema delle acque minerali, una panoramica dell'aula. Tutto attraverso la webcam del mio portatile e una semplice pennetta per connettersi a internet. In più abbiamo proiettato le immagini, con qualche secondo di ritardo a causa dello streaming, sul fondo dell'aula. Ho promesso agli interessati di spiegare nel dettaglio come funziona il servizio che abbiamo utilizzato, Livestream: gratuitamente e con una semplice attrezzatura si può gestire un canale video.



martedì 25 maggio 2010

Esercitazione in corso

Facciamo un esperimento di smaterializzazione dei nostri materiali. Qui sotto trovate due link che puntano rispettivamente:

1) Dossier di Legambiente sulle acque minerali

2) Dichiarazioni dei partecipanti alla conferenza stampa

Anziché stampare i documenti vi invito a utilizzarli direttamente sul desktop ai fini dell'esercitazione di cui spiegherò gli obiettivi in aula informatica. Ovviamente se qualcuno lo ritiene utile può stampare i file... Buon lavoro!

domenica 16 maggio 2010

Ci vediamo il 25


Purtroppo ho dovuto interrompere per due settimane (e non per una, come speravo) il corso. Come se non bastasse ho avuto problemi di password e non ho potuto più aggiornare il blog. Insomma, ci vediamo la prossima settimana con la lezione teorica e mercoledì l'esercitazione in aula informatica. Grazie e a presto!

domenica 2 maggio 2010

Traguardo intermedio


Il gruppo ha superato il primo traguardo, quello della prova intermedia. E grazie al test siamo riusciti a mettere nero su bianco alcuni concetti di cui abbiamo discusso in aula. Devo dire che molti elaborati dimostrano una buona (e in qualche caso ottima) padronanza degli argomenti: ho letto alcune analisi piuttosto articolate circa l’organizzazione plastica della pagina. Un esempio? Il compito di 0030181 (vabbè, Cristiana) che ordina in questo modo le prime pagine dei giornali dall’estetica dell’armonia a quella della frattura: «Il primo della fila sarebbe “Il Foglio”, maniacalmente perfetto nelle sue forme; il secondo sarebbe “Il manifesto” per l’uso di poche immagini e di linee non interrotte fra loro; a seguire inserirei “Il Messaggero” già più completo cromaticamente e topologicamente con un inizio di discontinuità fra le linee…». L’ordine magari è discutibile, quasi tutti gli altri hanno avanzato delle ipotesi diverse, però è interessante l’approccio quasi da storica dell’arte alla lettura dell’individuo semiotico. In aula, al momento della consegna, avevo inoltre già discusso con Sara una sua interessante considerazione: «Il Foglio – scrive – è un giornale che all’apparenza può sembrare di tipo conservatore (perché riprende l’organizzazione plastica dei giornali dell’800) ma in realtà è molto provocatorio». In effetti è una testata “disobbediente”, non soltanto sotto il profilo estetico, che trasmette un “metamessaggio” di sobrietà come valore alternativo a quelli egemoni nella società contemporanea.

Un altro quesito sul quale molti di voi si sono misurati con attenzione è quello riguardante il concetto di notizia. L’argomento è più complesso di quanto si pensi: «La notizia è innanzitutto un ritaglio di realtà – afferma Gilda – Non coincide con la realtà ma la rappresenta e risente inoltre della visione prospettica di chi la racconta, anche se il giornalista deve garantire la sua professionalità». Già… Ma qual è allora il giusto equilibro fra narrazione prospettica e correttezza dell’informazione? Che cosa significa «garantire la professionalità»? Siamo di fronte ad un nodo importante, sul quale vi solleciterò ancora in aula: rendere tracciabile l’informazione, gestire nel rispetto della deontologia le diverse fonti, esercitare la «fatale prospetticità» della narrazione (come direbbe Umberto Eco) senza manipolare la notizia.

C’è una anche una considerazione di Donato che ho trovato interessante, quando scrive che i giornali contengono dei «fatti ricorsivi» perché ai lettori «piace sentirsi ripetere le storie». È una riflessione che chiama in causa la funzione della fiaba: i grandi racconti della tradizione popolare, come ha evidenziato il linguista russo Vladimir Propp, si basano su schemi ricorsivi, in particolare su quattro fasi (equilibrio iniziale, rottura dell’equilibrio, azione dell’eroe, nuovo equilibrio) e 31 sequenze che si ripetono (non necessariamente tutte) in qualsiasi narrazione. Anche le formule linguistiche, le ambientazioni e i personaggi (il principe, la bambina smarrita, la strega, la foresta…) rispondono ad alcuni modelli archetipici. Le fiabe, insomma, esplicitano sul piano simbolico la narrazione dei fatti, spesso cruenti, che avvenivano nelle società arcaiche e la narrazione giornalistica mantiene, in qualche modo, questa funzione. Ma attenzione: la consapevolezza che esistono degli stereotipi deve aiutarci a capire come ce ne possiamo differenziare. Utilizzando gli strumenti della narrazione efficace per costruire delle storie originali, basate sull’eccentricità dello sguardo, sulla curiosità del narratore e in qualche caso anche sul coraggio di rivelare aspetti che altri trascurano.

Torniamo ai risultati della prova intermedia. Con alcuni di voi vorrei approfondire (se possibile martedì subito dopo la lezione) alcuni quesiti, sviluppati in maniera parziale, attraverso un colloquio. Si tratta di:

0029525
0034110
0030563
0029522
0029526
0029520
0031235

Gli altri possono ritenere superato il test intermendio con la sola prova scritta. Sarà bene discutere però sulle tipologie di attacco: sul primo che vi ho sottoposto le risposte si sono orientate verso due modelli diversi e sarà utile capire perché... A martedì!