Il blog del corso di scrittura giornalistica I - Università di Cassino, facoltà di Lettere e filosofia

domenica 16 novembre 2008

Meraviglie tridimensionali


Avete seguito la cronaca televisiva delle elezioni negli Usa che hanno portato alla vittoria di Barack Obama? Al di là del risultato, che ciascuno può valutare come crede, voglio segnalarvi un’importante innovazione sul piano mediale. Durante la notte dello scrutinio infatti la corrispondente da Chicago della Cnn, Jessica Yellin, si è materializzata nello studio sottoforma di ologramma. L’effetto è stato molto suggestivo: la giornalista si trovava a svariate centinaia di chilometri dal set ma agli occhi dei telespettatori sembrava che dialogasse con il conduttore del programma come se gli si trovasse di fronte, nel suo stesso ambiente, potesse toccarlo e interagire con lui. Volete vedere il video? Cliccate qui (Youtube)

E’ un altro passo verso l’immediatezza della conversazione mediata, vale a dire verso la simulazione del “dialogo prototipico” attraverso le interfacce digitali. Meraviglioso da vedere, entusiasmante rispetto alle prospettive che apre: ospiti in studio che si trovano in realtà dall’altra parte del pianeta, contesti di socialità fisica che si ibridano con le presenze virtuali. La nostra specie del resto, attraverso la concatenazione fra i diversi media che sono stati sviluppati durante i millenni, tende verso questo obiettivo: restituire con la miglior immediatezza possibile la narrazione dei fatti, “parlare” all’immaginario del destinatario fino al punto di generare uno scenario virtuale.

Attenzione: si trattava ovviamente di un effetto percepito solo dai telespettatori, nello studio della Cnn non si è manifestato alcun ologramma, il conduttore fissava un punto nel vuoto davanti a sé. Ma vi immaginate l’immediatezza che assumerà la narrazione giornalistica quando si potranno davvero ricostruire, attraverso la proiezione in 3D, i luoghi della realtà nelle case dei telespettatori? E come si modificherà la professione del giornalista televisivo quando tutto questo sarà praticabile? In che maniera sarà ancora utile il suo lavoro?

A prescindere dalla disponibilità di tecnologie tanto avanzate credo che questo rimanga comunque già oggi l’obiettivo del giornalista di cronaca: narrare il vero nella maniera più verosimile, offrire al lettore (se parliamo di carta stampata) l’esperienza dei fatti nella forma più immersiva che riesce a garantire. Generare, attraverso il testo sincretico della pagina, l’integrazione della mimesi nel testo giornalistico, la fluidità del ritmo una narrazione mediata che simuli il trasferimento del destinatario nella realtà fattuale.