Il blog del corso di scrittura giornalistica I - Università di Cassino, facoltà di Lettere e filosofia

domenica 22 aprile 2007

Il primo passo…

…dipende dall’ultimo, giusto? Beh, cominciamo a vedere come si compie il primo passo nella scrittura giornalistica. Sapete che anche per me, nonostante abbia un minimo d’esperienza (ogni anno scrivo all’incirca 100 articoli), il momento di iniziare l’articolo è sempre delicato… Ma mi sono reso conto che se so dove voglio arrivare, se mi è chiaro quale tesi intendo sostenere attraverso il testo che sto scrivendo (utilizzando magari le strategie oggettivanti di cui abbiamo fatto cenno a lezione…), mi risulta più facile trovare la frase d’attacco. Perciò mi costruisco mentalmente uno schema a blocchi del testo, immaginando magari qualche nesso fra un periodo e l’altro, e comincio a scrivere… Come diceva Catone il Censore: “rem tene, verba sequentur”, vale a dire “se conosci l’argomento le parole verranno”…. Dal punto di vista tecnico però può essere utile, soprattutto per chi inizia a scrivere, avere presenti le diverse modalità di attacco che si possono utilizzare. Le metto a disposizione anche a voi:

a) Riassumere la notizia avendo cura di inserire quante più informazioni possibile secondo la griglia delle “cinque w”: who, what, where, when, why (chi, cosa, dove, quando e perché). Un esempio? Eccolo:

Il nuovo parco pubblico è stato inaugurato ieri pomeriggio in piazza Dante a Cassino. Alla cerimonia ha presenziato il sindaco Tizio insieme agli assessori Caio e Sempronio…

È un attacco piuttosto… piatto, che comunica al lettore il contenuto della notizia senza troppe premesse e che può essere utile soprattutto nella scrittura di notizie brevi, dove non c’è molto spazio per raccontare il fatto, ma anche nei comunicati stampa e nel giornalismo d’agenzia.

b) Scrivere una frase secca e precisa che identifica il fatto di cui si dà notizia. Così:

Pomeriggio di festa ieri a Cassino. Alle 18 infatti è stato inaugurato in piazza Dante il nuovo parco pubblico…

È un attacco che ci aiuta a suscitare interesse nel lettore, a fargli nascere una domanda (perché c'è stata una festa?) utile a concatenare il periodo che segue. Si porta insmma in primo piano l’idea della festa per poi riferire la notizia alla quale è collegata...

c) Utilizzare un elenco deverbale. È un attacco per immagini, che si affida all’artificio retorico dell’accumulo, tipico anche della scrittura poetica. L’effetto non a caso è quello di costruire una relazione emotiva, più che informativa, con chi legge:

Mille metri quadri di verde, decine di panchine, uno spazio dedicato per intero ai più piccoli. Sono le caratteristiche del nuovo parco pubblico inaugurato ieri pomeriggio in piazza Dante, a Cassino.

d) Annunciare la notizia portando in primo piano il contenuto del fatto di cui si dà notizia:

Nasce un nuovo parco a Cassino. Lo spazio verde è stato inaugurato ieri pomeriggio in piazza Dante, a Cassino, alla presenza del sindaco Tizio e degli assessori Caio e Sempronio…

Qui si porta in primo piano, più che la festa, l’idea del un nuovo luogo è a disposizione dei cittadini e dunque si dà più importanza al contenuto informativo che non a quello emotivo.

e) Porsi una domanda al posto del lettore:

Serviva un nuovo parco pubblico a Cassino? Sembra proprio di sì. La cittadinanza infatti si è presentata in massa ieri pomeriggio per l’inaugurazione dello spazio verde in piazza Dante.
È una maniera di procedere utile sia per costruire un pezzo di taglio polemico, sia per gli articoli di divulgazione scientifica («A che serve l’imbuto? Lo scoprirete su Rieducational channel…» diceva qualche tempo fa Fulvia, un personaggio di Serena Dandini nel programma Tv “L’ottavo nano”).

f) Utilizzare una frase virgolettata:

«Siamo molto felici di avere realizzato questo nuovo spazio verde. Siamo sicuri che gioverà alla qualità della vita di tutti i cittadini». Sono le parole con cui ieri pomeriggio il sindaco Tizio ha inaugurato il nuovo parco pubblico in piazza Dante, a Cassino.

Qui il lettore viene portato a diretto contatto con la realtà, è un attacco immersivo, nel quale il giornalista svolge una funzione intermedia tra la fonte e il lettore. Molto utile nella cronaca, quando si tratta di portare un primo piano il protagonista di una storia. Meglio ancora se accompagnato, nella pagina, dall’immagine di chi parla nel testo: così il testo diventa sincretico e l’effetto è quasi televisivo… Il lettore, attraverso la mimesi, ascolta chi parla e ne può conoscere (o riconoscere) il volto.

g) Utilizzare un taglio letterario e descrittivo

Un vecchietto attraversa il viale e si sistema sulla panchina, più in là una mamma fa il suo ingresso con il passeggino. Ed ecco, vicino alla fontana, un gruppo di bambini che si rincorrono. Appariva così ieri pomeriggio il nuovo parco pubblico di Cassino appena inaugurato dal sindaco Tizio…

Beh, che dire… Non è certo un attacco utile in un lancio d’agenzia, per una notizia breve o per un articolo su un giornale on line (dove il lettore, tendenzialmente, desidera accedere nel minor tempo possibile alle informazioni…). Qui siamo di fronte ad un approccio iconico, che genera emozioni e che magari può tornare utile nella composizione di un servizio televisivo, come speakeraggio delle immagini.


Ma che cosa deve contenere l’attacco? In buona sostanza deve rappresentare il Dna dell’articolo. Contiene in sintesi il cosiddetto “focus” della notizia, vale a dire il senso della storia che raccontiamo. E deve mettere in condizione il lettore di apprendere i contenuti informativi rappresentati dalle canoniche cinque W del giornalismo: who, what, where, when, why (chi, cosa, dove, quando e perché). Proprio sulla definizione del focus, e del senso della storia, ci soffermeremo martedì quando ragioneremo sull’analisi semionarrativa delle storie secondo l’analisi messa a punto dal semiologo francese Julien Greimas. Ci vediamo martedì!

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