Il blog del corso di scrittura giornalistica I - Università di Cassino, facoltà di Lettere e filosofia

lunedì 30 aprile 2007

Abbiamo anche parlato di…

Durante queste prime tre lezioni abbiamo già toccato diversi concetti importanti... Proviamo a metterli in fila.

Che cos’è una notizia. Ce lo ripeteremo più volte… e più volte mi vedrete fare il segno della forbice. Perché la notizia è un ritaglio della realtà che il giornalista esegue pensando all’interesse di chi legge. Dunque non è la realtà ma una porzione della realtà definita, arbitrariamente, dall’autore empirico del testo giornalistico. Ma in base a quali criteri il giornalista esegue questo ritaglio? Lo capiremo più avanti, parlando dei “valori notizia”.

Che cos’è un giornale. È un oggetto di mediazione fra l’autore e il lettore (o se volete, per dirla in termini semiotici, fra l’enunciatore e l’enunciatario, fra l’autore e il lettore del testo). Ma è anche un servizio, visto che prevede innanzitutto un lavoro di selezione a monte delle notizie che la redazione, attraverso le sue specificità professionali e la sua gerarchia interna, seleziona e poi rielabora, arricchisce, completa per offrirle al destinatario. Esistono dei tratti distintivi per distinguere il giornale da altri media. Il giornale infatti può dirsi tale se:



  • esce con una periodicità almeno settimanale
  • è prodotto su carta stampata (per quanto esistano ormai anche moltissimi giornali on line)
  • è accessibile a ogni ceto sociale e a persone di cultura media
  • tratta argomenti di interesse generale
  • è tempestivo nel raccontare i fatti che accadono
  • è stabile nel tempo.
Un’immagine rubata all’ecologia: come un albero il giornale è sempre uguale a se stesso (la testata del giornale è un elemento fortemente conservativo, così come il suo aspetto grafico) ma anche sempre diverso perché ogni giorno (nonostante alcune notizie tornino ciclicamente, soprattutto in cronaca) racconta un momento diverso della nostra storia… Un’altra immagine ripresa invece da Marshall McLuhan, il padre degli studi sulla comunicazione: il giornale è una forma di confessione collettiva (diversamente dal libro, che è una forma di confessione individuale).

Organizzazione plastica della pagina. Il giornale, attraverso il formato fisico e l’estetica, comunica il senso dei propri contenuti già prima che cominciamo a leggere gli articoli. C’è il formato tradizionale che appartiene ai giornali più conservativi (e conservatori), come quello del Corriere della Sera, che proiettano l’idea di una società stabile, che riafferma se stessa attraverso la geometria regolare e ortogonale che sostiene le pagine. E c’è il formato tabloid, come quello utilizzato da Libero o La Repubblica, che invece qualifica le testate di “rottura”, con un approccio più spettacolare, per certi versi più moderno… Non a caso, almeno nel giornalismo italiano, appartiene alle testate che fanno discutere, che si presentano con delle istanze ideologiche ben precise, che vogliono rappresentare un’alternativa all’aplomb dei giornali tradizionali.

L’organizzazione della pagina, nel caso del tabloid, si ispira al movimento, all’emersione dei contenuti, alla rottura della geometria euclidea che sostiene le testate più conservative (e per certi aspetti più conservatrici). Questo determina precisi effetti di senso anche sul piano della lettura che acquista ritmo, si spezza fra contenuti diversi che introducono accostamenti qualche volta provocatori, sfruttando nella direzione della complessità i tre livelli dell’organizzazione plastica che Julien Greimas identifica all’interno della pagina di un giornale:

  • quello topologico (relativo all’organizzazione degli spazi)
  • quello eidetico (relativo alle linee)
  • quello cromatico (va da sé… quello relativo ai colori)
Si crea così un'estetica dell'armonia, tipica dei giornali d'impostazione tradizionale, ed un'estetica della frattura che caratterizza invece quelli che testimoniano un'ideologia più innovatrice e che proiettano, nell'organizzazione plastica della pagina, un modello sociale diverso. Come dire: ad ogni formato la sua estetica, ad ogni estetica il suo senso. Per approfondire segnalo il volume "Semiotica del testo giornalistico" di Annamaria Lorusso e Patrizia Violi (Laterza 2004).


Tendenze del giornalismo
La funzione del giornale negli ultimi cinquant’anni, e in particolare negli ultimi venti, è cambiata davvero molto. Per quasi un secolo e mezzo, dalla nascita della penny press (siamo nel 1830) al dopoguerra, ha svolto una funzione da leader incontrastato nel sistema dell’informazione. Poi la radio e la tv ne hanno relativizzato l’utilità bruciando sul tempo l’edizione cartacea. La nascita di internet, e in particolare all’inizio degli anni Novanta del protocollo http (Hyper Text Transfer Protocol) che consente di trasmettere attraverso la rete gli ipertesti (un concetto sul quale torneremo…), ha poi ulteriormente ristretto la funzione strettamente informativa del giornale cartaceo: sono nati infatti i giornali on line (il primo, nel 1994, è stato l’Unione Sarda) che operano in un regime di aggiornamento continuo (chi volesse conoscere la storia dei giornali on-line può dare un’occhiata a questo e-book in Pdf).

Nella comunicazione però, e in particolare nei sistemi neomediali, così come in natura, nulla si crea e nulla si distrugge… E così i giornali hanno trovato una nuova funzione, legata all’approfondimento, al commento, all’orientamento del lettore nella lettura della realtà, che li rendono ancora oggi utili. Un esempio su tutti: la nascita di www.repubblica.it, tra i più fortunati media d’informazione on line, non ha certo recato danni alla vendita dell’edizione cartacea del quotidiano La Repubblica. Anzi, il giornale on-line rende riconoscibile, secondo un percorso di fidelizzazione, l’edizione cartacea che si trova in edicola. Rimane poi il fatto che il giornale di carta fa testo, rimane come un oggetto fisico da conservare, che facilita il mantenimento della memoria collettiva.

La propensione al commento, e dunque la “settimanalizzazione”, rappresenta del resto una caratteristica dei giornali moderni presente già dalla metà degli anni Settanta. Non è l’unica, come spiega lo studioso di comunicazioni di massa Carlo Sorrentino: c’è la semplificazione delle notizie, il ricorso al sensazionalismo (una caratteristica, come ricorderete, tipica anche della civiltà orale che facilitava la memorizzazione dei saperi e delle informazioni …), la frammentazione degli eventi che si proietta anche nella conformazione, sempre più complessa, della pagina.

domenica 22 aprile 2007

Il primo passo…

…dipende dall’ultimo, giusto? Beh, cominciamo a vedere come si compie il primo passo nella scrittura giornalistica. Sapete che anche per me, nonostante abbia un minimo d’esperienza (ogni anno scrivo all’incirca 100 articoli), il momento di iniziare l’articolo è sempre delicato… Ma mi sono reso conto che se so dove voglio arrivare, se mi è chiaro quale tesi intendo sostenere attraverso il testo che sto scrivendo (utilizzando magari le strategie oggettivanti di cui abbiamo fatto cenno a lezione…), mi risulta più facile trovare la frase d’attacco. Perciò mi costruisco mentalmente uno schema a blocchi del testo, immaginando magari qualche nesso fra un periodo e l’altro, e comincio a scrivere… Come diceva Catone il Censore: “rem tene, verba sequentur”, vale a dire “se conosci l’argomento le parole verranno”…. Dal punto di vista tecnico però può essere utile, soprattutto per chi inizia a scrivere, avere presenti le diverse modalità di attacco che si possono utilizzare. Le metto a disposizione anche a voi:

a) Riassumere la notizia avendo cura di inserire quante più informazioni possibile secondo la griglia delle “cinque w”: who, what, where, when, why (chi, cosa, dove, quando e perché). Un esempio? Eccolo:

Il nuovo parco pubblico è stato inaugurato ieri pomeriggio in piazza Dante a Cassino. Alla cerimonia ha presenziato il sindaco Tizio insieme agli assessori Caio e Sempronio…

È un attacco piuttosto… piatto, che comunica al lettore il contenuto della notizia senza troppe premesse e che può essere utile soprattutto nella scrittura di notizie brevi, dove non c’è molto spazio per raccontare il fatto, ma anche nei comunicati stampa e nel giornalismo d’agenzia.

b) Scrivere una frase secca e precisa che identifica il fatto di cui si dà notizia. Così:

Pomeriggio di festa ieri a Cassino. Alle 18 infatti è stato inaugurato in piazza Dante il nuovo parco pubblico…

È un attacco che ci aiuta a suscitare interesse nel lettore, a fargli nascere una domanda (perché c'è stata una festa?) utile a concatenare il periodo che segue. Si porta insmma in primo piano l’idea della festa per poi riferire la notizia alla quale è collegata...

c) Utilizzare un elenco deverbale. È un attacco per immagini, che si affida all’artificio retorico dell’accumulo, tipico anche della scrittura poetica. L’effetto non a caso è quello di costruire una relazione emotiva, più che informativa, con chi legge:

Mille metri quadri di verde, decine di panchine, uno spazio dedicato per intero ai più piccoli. Sono le caratteristiche del nuovo parco pubblico inaugurato ieri pomeriggio in piazza Dante, a Cassino.

d) Annunciare la notizia portando in primo piano il contenuto del fatto di cui si dà notizia:

Nasce un nuovo parco a Cassino. Lo spazio verde è stato inaugurato ieri pomeriggio in piazza Dante, a Cassino, alla presenza del sindaco Tizio e degli assessori Caio e Sempronio…

Qui si porta in primo piano, più che la festa, l’idea del un nuovo luogo è a disposizione dei cittadini e dunque si dà più importanza al contenuto informativo che non a quello emotivo.

e) Porsi una domanda al posto del lettore:

Serviva un nuovo parco pubblico a Cassino? Sembra proprio di sì. La cittadinanza infatti si è presentata in massa ieri pomeriggio per l’inaugurazione dello spazio verde in piazza Dante.
È una maniera di procedere utile sia per costruire un pezzo di taglio polemico, sia per gli articoli di divulgazione scientifica («A che serve l’imbuto? Lo scoprirete su Rieducational channel…» diceva qualche tempo fa Fulvia, un personaggio di Serena Dandini nel programma Tv “L’ottavo nano”).

f) Utilizzare una frase virgolettata:

«Siamo molto felici di avere realizzato questo nuovo spazio verde. Siamo sicuri che gioverà alla qualità della vita di tutti i cittadini». Sono le parole con cui ieri pomeriggio il sindaco Tizio ha inaugurato il nuovo parco pubblico in piazza Dante, a Cassino.

Qui il lettore viene portato a diretto contatto con la realtà, è un attacco immersivo, nel quale il giornalista svolge una funzione intermedia tra la fonte e il lettore. Molto utile nella cronaca, quando si tratta di portare un primo piano il protagonista di una storia. Meglio ancora se accompagnato, nella pagina, dall’immagine di chi parla nel testo: così il testo diventa sincretico e l’effetto è quasi televisivo… Il lettore, attraverso la mimesi, ascolta chi parla e ne può conoscere (o riconoscere) il volto.

g) Utilizzare un taglio letterario e descrittivo

Un vecchietto attraversa il viale e si sistema sulla panchina, più in là una mamma fa il suo ingresso con il passeggino. Ed ecco, vicino alla fontana, un gruppo di bambini che si rincorrono. Appariva così ieri pomeriggio il nuovo parco pubblico di Cassino appena inaugurato dal sindaco Tizio…

Beh, che dire… Non è certo un attacco utile in un lancio d’agenzia, per una notizia breve o per un articolo su un giornale on line (dove il lettore, tendenzialmente, desidera accedere nel minor tempo possibile alle informazioni…). Qui siamo di fronte ad un approccio iconico, che genera emozioni e che magari può tornare utile nella composizione di un servizio televisivo, come speakeraggio delle immagini.


Ma che cosa deve contenere l’attacco? In buona sostanza deve rappresentare il Dna dell’articolo. Contiene in sintesi il cosiddetto “focus” della notizia, vale a dire il senso della storia che raccontiamo. E deve mettere in condizione il lettore di apprendere i contenuti informativi rappresentati dalle canoniche cinque W del giornalismo: who, what, where, when, why (chi, cosa, dove, quando e perché). Proprio sulla definizione del focus, e del senso della storia, ci soffermeremo martedì quando ragioneremo sull’analisi semionarrativa delle storie secondo l’analisi messa a punto dal semiologo francese Julien Greimas. Ci vediamo martedì!

venerdì 13 aprile 2007

Un'intervista sul giornalismo ambientale

Tempo fa la rivista Centocieli di Bologna mi ha intervistato sul tema del giornalismo ambientale. Ecco che cosa gli ho raccontato (Pdf), magari può essere utile per ragionarci insieme...

mercoledì 11 aprile 2007

I nostri libri

Ho provato a guardarmi intorno per vedere se fossero usciti dei libri più interessanti di quelli che ho adottato negli ultimi due anni di corso… Ebbene: mi sembra che i nostri siano ancora i migliori al riguardo. Magari strada facendo, se ne usciranno di nuovi, sostituiremo quelli a scelta. Perciò prendete nota:

A. Papuzzi, "Professione giornalista", Donzelli, 2003. I frequentanti dovranno studiare soltanto i capitoli 1, 2, 3 e 7.

Volumi a scelta:

a) E. Carelli, “Giornali e giornalisti nella rete” (Apogeo 2004)

b) P. Di Salvo, “Il giornalismo televisivo”, (Carocci, 2004)

Ci sono poi delle letture facoltative di approfondimento, che non saranno oggetto di valutazione, ma ne parleremo in aula.

martedì 10 aprile 2007

Conto alla rovescia...

Il conto alla rovescia è iniziato. Ormai manca davvero poco all'inizio del nuovo corso di scrittura giornalistica. Quest'anno, oltre ai concetti essenziali, vorrei confrontarmi con gli studenti sulla specificità del giornalismo ambientale. E ragionare insieme sulle caratteristiche di questo genere informativo che negli ultimi mesi ha fatto breccia anche sulle prima pagine dei giornali italiani. Ci proviamo? L'appuntamento è per martedì 17 aprile, ore 15.00, in aula 4. Sarà l'inizio di un nuovo viaggio spero interessante per tutti noi...