Il blog del corso di scrittura giornalistica I - Università di Cassino, facoltà di Lettere e filosofia

venerdì 25 aprile 2008

Anche in Italia la tv di Al Gore


Avrete certamente sentito parlare di Al Gore, l’ex-vicepresidente degli Stati Uniti (ai tempi di Clinton, voi stavate ancora alle scuole medie o giù di lì…) che lo scorso anno è stato premiato con il Nobel per il suo impegno a favore della pace e dell’ambiente. Il suo film, “An inconvenient truth” (La verità scomoda), dedicato alla minaccia dell’effetto serra, ha ottenuto anche un Oscar. Il prossimo 8 maggio nel pomeriggio sarà a Roma, al Teatro Ambra Jovinelli, per presentare la versione italiana di Current tv: un canale televisivo via internet che si basa sui servizi realizzati dagli utenti. L’Italia è il primo paese non anglofono in cui Gore apre questa tv che sarà diretta da Tommaso Tessarolo e sarà visibile, oltre che su internet, anche su Sky. Penso che potrebbe interessare anche a voi partecipare a questo evento e scoprire questa maniera di fare "giornalismo dal basso", il cosiddetto citizen journalism: i servizi televisivi, chiamati pod, peraltro vengono retribuiti (fra i 200 e i 1.000 euro) e durano in genere fra i 3 e i 5 minuti. Insomma, potreste provare anche voi, no? Basta una una semplice telecamera digitale e una buona idea. Le informazioni sull’incontro con Al Gore si trovano a questo link e per ottenere l’accredito bisogna iscriversi utilizzando questo form.

lunedì 21 aprile 2008

Giovedì pomeriggio niente lezione

Mi spiace ma purtroppo non posso tenere la lezione straordinaria giovedì pomeriggio, come avevamo previsto per recuperare quella saltata la settimana scorsa. Cercheremo una giornata più avanti per non finire troppo in là con il calendario...

domenica 20 aprile 2008

Testo e non testo

Piccolo promemoria sugli argomenti che abbiamo toccato durante il nostro primo incontro:


  • definizione di testo

  • definizione di notizia

  • organizzazione plastica della pagina

Sulla definizione di notizia e sull'organizzazione plastica della pagina date un'occhiata a questo post (solo le voci che vi interessano). Sul concetto di testo provo invece a riassumere brevemente il ragionamento che abbiamo fatto in aula. Siamo abituati a pensare il testo (dalla base latina textus, tessuto) come un intreccio di parole che, messe insieme, assumono un certo significato. In realtà, dal punto di vista della semiotica, il testo è qualcosa di più ampio, può essere intepretato semmai come un sistema di segni che assume un significato per qualcuno che lo osserva. Non solo: quel sistema di segni, il testo, si può distinguere da ciò che non è testo, si può analizzare per livelli successivi (dentro un testo perciò, come nelle matrioske, c'è sempre un altro testo...). Perché allora un'edicola è un testo? Se qualcuno vuole rispondere, e aggiungere magari qualche considerazione, può utilizzare i commenti oppure scrivermi qui.

Ma c''è un altro aspetto che vorrei sottolineare del discorso che abbiamo appena cominciato. Abbiamo condiviso, insieme a René Daumal (che recupera questo insegnamento buddista nel suo romanzo "Il monte Analogo"), un concetto molto importante nella comunicazione: il primo passo dipende dall'ultimo. Dunque, come ha detto Martina quando ha cominciato a mettere in ordine i giornali nella nostra edicola, prima di costruire il nostro sistema di segni dobbiamo stabilire un criterio che interpreti l'identità dell'enunciatario. Chi leggerà il mio articolo? Attraverso quale medium? In quale contesto ne fruirà? Sono le tre domande canoniche della progettazione editoriale (per chi, per cosa, in quale contesto) che guidano, in qualche modo, anche le scelte del giornalista quando si prepara a comporre il proprio articolo... Vedremo, dal punto di vista tecnico, per esempio nella scelta del registro linguistico da utilizzare durante la scrittura, nella tipologia di attacco che decidiamo di utilizzare o nell'identificazione stessa della notizia... che cosa significa rispondere a queste domande. Ci vediamo mercoledì!

giovedì 17 aprile 2008

Solo tre mani alzate


Ieri finalmente ho conosciuto la classe del corso 2008. E come ogni anno ho cercato di capire quanti di loro seguono questo corso con l’intenzione di lavorare, un domani, come giornalisti. Solo in tre (su una trentina di presenti) hanno alzato la mano… Pochi, vero? Per essere una facoltà umanistica direi di sì. Ma è anche vero che la professione giornalistica non affascina più come un tempo. E forse viene percepita come un percorso difficile, che si compie con tempi molto lunghi, facendo mille sacrifici...

Non lo nego. Ma innanzitutto vorrei che quanti pensano di fare questo lavoro si pongano questa domanda: a che cosa serve oggi fare il giornalista? Quale funzione svolgono i giornalisti nella nostra società? Servono ancora, come accadeva un tempo, a rivelare il vero, a farne oggetto di una consapevolezza pubblica? O sono anch’essi manipolati (occhio a questo termine che non utilizzo in maniera casuale…) dalla realtà che raccontano? Forse, tutto sta a trovare le motivazioni giuste per immettersi in una strada effettivamente così difficile, lungo la quale sono soprattutto i giornalisti oggi a dover difendere la propria autonomia di giudizio… Tanto per ragionarci sopra, date magari un’occhiata al sito “Piccoli giornalisti”: troverete qualche spunto di riflessione e anche diverse informazioni pratiche.

Questo corso deve comunque essere utile anche a chi possiede aspirazioni professionali diverse. Cercherò quindi di portare gli studenti dietro le quinte della narrazione giornalistica per ragionare insieme sulla costruzione del senso. Come punto d’arrivo poi vorrei farvi osservare questo genere letterario nella sua dimensione più avanzata, quella dei nuovi media, dove la scrittura assume una morfologia innovativa, direi quasi tridimensionale. È la scrittura della tarda modernità, quella che si esercita su oggetti di medazione sempre più piccoli recuperando, paradossalmente, modalità sintattiche che risalgono all’epoca della civiltà orale. Vedete l'immagine? E' un display flessibile sperimentato dalla Philips sul quale si visualizzano lettere e immagini grazie all'e-ink, l'inchiostro elettronico. Mi appassiona molto questo aspetto della nostra ricerca, spero interessi anche a voi. Ci vediamo mercoledi!

martedì 15 aprile 2008

Domani si comincia

Tre anni fa l'elezione del Papa, due anni fa quella del presidente della Repubblica, nel 2007 per la verità nulla di particolare... Ma iniziare il corso di scrittura giornalistica proprio all'indomani delle elezioni è una bella coincidenza, no? Ho comprato un mazzetto di giornali e domani cominceremo a guardarceli per capire sia dal punto di vista strutturale, sia da quello contenutistico, che cosa li differenzia. Introdurremo il concetto di organizzazione plastica della pagina (è scrittura giornalistica anche quella...) e proveremo a sistemare la costellazione dei vecchi e nuovi media. Credo che ci sarà anche spazio per ragionare sulla prospetticità della narrazione, un concetto che tornerà spesso durante il nostro corso. Ma non anticipiamo troppi particolari... Ci vediamo alle 16 in aula 9. A domani!

martedì 8 aprile 2008

Un'idea che ha funzionato


Oggi il corriere.it ha ripreso un servizio che abbiamo realizzato su La Nuova Ecologia. E' stata una bella soddisfazione, anche perché ci abbiamo lavorato molto: è uno sguardo nel futuro della Terra attraverso alcune schede di Pietro Cambi, un ingegnere che si occupa di trazione elettrica, e le tavole di un bravo illustratore, Luca Scaramuzzino, che utilizza una tecnica molto interessante, una specie di collage elettronico fra diverse immagini digitali manipolate in 3 D (con il sostegno della nostra photoeditor, Arianna Catania). Mi piace mostrarvelo perché ci aiuta a capire due cose: non sono soltanto le cattive notizie a trovare spazio sui giornali ma anche le storie che prefigurano un futuro migliore, che danno speranza, fanno pensare al cambiamento, e questa è una specificità del giornalismo ambientale; il giornalismo in senso più ampio non è soltanto scrittura ma anche visione, un testo sincretico che restituisce (nella sintesi fra due diverse sostanze dell'espressione, la parola e l'immagine) il senso del racconto. Insomma, è un'idea che ha funzionato e mi piace condividerla con chi passa da queste parti...

lunedì 7 aprile 2008

Meno sette


Mancano poche ore all’inizio del corso, poco più di una settimana, e sto rimettendo in ordine le idee. Curioso l’orario di quest’anno, vero? Due ore il mercoledì pomeriggio, due il giovedì mattina. Dedicheremo queste ultime alla scrittura, nel laboratorio informatico che ho già provveduto a prenotare. In particolare cercheremo di sperimentare, meglio di quanto non sia avvenuto gli anni scorsi, le strategie oggettivanti che, insieme all’alternanza mimesi/diegesi, costituiscono uno dei tratti distintivi della scrittura giornalistica. Ma l’asse portante del corso sarà ancora una volta la semitica semionarrativa che ci porterà nelle strutture profonde della narrazione. Cominceremo a parlarne la settimana prossima…

Intanto c’è una bella notizia. Christian Aletto, un mio studente del corso di Navigoergosum, il mio corso di Teoria e tecniche dei nuovi media di cinque anni fa, si è laureato. Abbiamo lavorato ad una tesi sui blog educativi e Christian ha sviluppato, per l’occasione, il progetto editoriale per un social network dell’ateneo. Il progetto è molto ben fatto, Christian è anche un bravissimo grafico, e sarebbe bello (oltre che utile per la popolazione universitaria) realizzarlo. Chissà… Intanto ancora complimenti a Christian per il bel lavoro che ha realizzato, si vede che è un terreno nel quale potrà andare molto avanti.

Sempre a questo proposito, anticipo agli studenti di quest’anno che una parte del corso (anzi, forse il suo punto d’arrivo) riguarda la scrittura giornalistica sui nuovi media… quindi cominciate a navigare con occhio critico nei giornali on-line come repubblica.it, corriere.it, lastampa.it… e magari anche in quelli stranieri (guardian, independent, washingtonpost, newyorktimes, lemonde…).

E siccome ci piace guardare avanti, leggetevi questa intervista a Tommaso Tessarolo, neo-direttore di Current Tv: la televisione on-line di Al Gore che il mese prossimo sbarca in Italia. Esula (anche per ragioni di tempo…) dai linguaggi che potremo sperimentare ma penso vi sia utile sapere che le nuove piattaforme mediali, quelle su cui si muovono i giornalisti della tarda modernità, vanno in questa direzione… A mercoledì prossimo!