Notizie di valore
Fra le migliaia di notizie che giungono ogni in redazione (attraverso i lanci d’agenzia, i comunicati stampa, le proposte dei collaboratori, la lettura degli altri giornali…) solo una piccola parte viene pubblicata. In base a quali criteri? Qui entra in campo il concetto di valore-notizia: una griglia convenzionale in base alla quale si cerca di misurare in maniera oggettiva l’importanza di un’informazione, la sua notiziabilità. Li riassumo brevemente:
- la novità (ma perché allora ogni anno, in concomitanza di alcune scadenze, vengono ripubblicate sempre le stesse notizie come l’esodo estivo, la corsa agli acquisti di Natale…? Perché evidentemente ai lettori, oltre alle novità, piace riascoltare notizie già note, come fossero fiabe…)
- la vicinanza, sia in senso fisico che culturale: un fatto che accade nel territorio in cui si stampa e distribuisce il giornale è più importante di uno che avviene lontano. Ma se dall’altra parte del mondo un italiano vince un importante regata velica quella notizia finisce su tutti i giornali. E se quell’italiano proviene da Cassino sul giornale locale avrà grandissimo rilievo
- la dimensione: una tragedia che coinvolge 100 persone trova più spazio di una che ne riguarda solo due… anche se ormai anche decine di morti al giorno in Iraq non fanno quasi più notizia…
- la comunicabilità: un evento si trasforma più facilmente in notizia se risponde a uno schema semplice
- la drammaticità: ai lettori interessano notizie che procurano emozioni. Anche (o soprattutto…) se derivano da cattive notizie…
la conflittualità: se c’è polemica, concorrenza, agonismo… la notizia diventa più interessante. Proprio per questo stiamo lavorando sullo schema canonico narrativo di Gréimas che individua, alla base del racconto, la presenza di un soggetto e di un antisoggetto in conflitto fra loro… - le conseguenze pratiche: il cambio di orario di un treno o l’aumento dei prezzi fanno notizia perché modificano nel concreto la nostra quotidianità
l’idea di progresso: l’articolo su Roberto Vittori su cui abbiamo si giustifica perché esalta la scienza nazionale - gli interessi umani: un’azione di solidarietà, l’amore per gli animali (guardate questa storia che sta avvenendo in questo periodo in Germania), la sfera delle emozioni… sono temi che funzionano molto bene anche in televisione
- infine il prestigio sociale: i vip, i politici, le persone di potere trovano sempre spazio sui giornali. Nel bene e nel male: pensate a quanto si è parlato durante le ultime settimane del cosiddetto scandalo di Vallettopoli…
Ma attenzione: questi non sono gli unici valori-notizia, sono quelli più riconosciuti. Fra i criteri che determinano l’uscita di una notizia ce ne sono anche altri, come la tempistica del giornale: una notizia che è importante per un quotidiano può non esserlo per un mensile… e viceversa. Il sociologo americano Herbert Gans ha individuato inoltre i “valori durevoli” della società statunitense. Un esempio? L’etnocentrismo: nel contesto esaminato da Gans le notizie che riguardano la comunità nazionale sono più importanti di quelle che provengono dal resto del mondo. Oppure l’altruismo democratico: gli articoli di denuncia, quelli che puntano a sanare un’ingiustizia sociale, sono sempre ben accolti dai lettori. Del resto ormai lo sappiamo… è dal punto di vista dei lettori che si valuta il valore di un’informazione… e proprio per questo, come ci siamo detti diverse volte, sono proprio i lettori in qualche modo a scrivere il giornale.
Un criterio più generale per determinare il valore di una notizia, di cui parla ampiamente il Papuzzi, riguarda il fatto che questa rappresenti uno stereotipo sociale (l’esodo per le vacanze di fine luglio) o lo smentisca (l’ultima squadra in classifica che batte la prima, un personaggio pubblico che si comporta in maniera deludente…). Ma c’è un altro libro nel quale si parla di valori notizia: è “Un giornalista quasi perfetto”, un delizioso volumetto di David Randall (caporedattore del quotidiano inglese The Independent). Un esempio che ci riporta all’argomento del nostro ultimo incontro, vale a dire le fonti (su cui torneremo con un altro post): l’importanza di una notizia dipende anche dalla fonte da cui proviene. «Un politico dell’opposizione può farvi sapere che il presidente sta per dare le dimissioni – scrive Randall – ma se ve lo dice il presidente stesso la notizia è ovviamente più forte». Mi sa che la prossima volta questo libricino lo presto a qualcuno…
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