Il blog del corso di scrittura giornalistica I - Università di Cassino, facoltà di Lettere e filosofia

domenica 13 maggio 2007

Ma insomma, che cosa succede durante la prova intermedia?

Semplice… C’è un test con cinque domande, fra le quali un’esercitazione. Potranno vertere su tutti gli argomenti affrontati fin qui (sui più importanti faremo un mega-ripasso in peer-to-peer martedì):

  • L’aspetto formale e l’organizzazione plastica della pagina
    La scrittura giornalistica non è solo quella verbale. Esiste una scrittura visiva che determinata dall’organizzazione plastica della pagina, il suo significato complessivo e quello delle notizie che pubblicate al suo interno. I tre livelli dell’organizzazione plastica, secondo Greimas: eidetico, topologico, cromatico. Anche il formato (tradizionale o tabloid) ha il proprio significato determinando un’estetica della frattura o dell’armonia coerente con il racconto quotidiano realizzato dal giornale, con la sua ideologia e la sua visione della società. Il giornale insomma è innanzitutto un prodotto visivo il cui significato viene assunto dal lettore a prima vista, quando lo osserva nel suo insieme e ne recepisce il senso…


  • Definizione di giornale e tendenze del giornalismo contemporaneo
    È un oggetto che media fra l’enunciatore e l’enunciatario, fra l’autore e il lettore, fra l’emittente e il destinatario. Insomma, fra chi scrive e chi legge. Ma è anche un servizio di selezione e trattamento delle notizie che la redazione realizza per i propri lettori. Il giornale possiede inoltre alcune caratteristiche peculiari: la periodicità (non oltre la settimana), il fatto di essere stampato su carta, l’ampiezza degli argomenti, l’accessibilità anche economica a una fascia ampia di lettori…


  • Definizione di notizia
    La notizia è un ritaglio di realtà, solitamente tratto dalla vita quotidiana, che il giornalista realizza tenendo conto degli interessi di chi legge. Giusto? La notizia perciò non coincide con la realtà ma la rappresenta. Risente inoltre della visione prospettica con cui il giornalista osserva ogni avvenimento: nessuna notizia può essere comunicata in maniera oggettiva, è sempre influenzata dal punto di vista di chi la racconta. E per certi aspetti nessuna notizia coincide strettamente con la verità… anche se il giornalista deve garantire al lettore la propria onestà professionale. La notizia del resto, almeno da quando esiste la penny press (1830 o giù di lì…), è il materiale di lavoro del giornalista. Senza il giornalista la notizia non esiste (e viceversa…). Altri concetti utili per un discorso sulla notizia: differenza fra news e views (nonché fra straight reporting ed interpretative reporting), identificazione di una notizia (per rappresentazione o contrapposizione)… Basta? No! Per comporre una notizia è sempre importante avere presente la griglia delle care, vecchie cinque W: Who, where, when, what, why, (chi, dove, quando, cosa e perché…).


  • Modalità di attacco
    Secondo il nostro libro di testo ne esistono quattro, io mi sono spinto a esemplificarvene sette… L’importante è sapere che non rappresentano uno schema rigido ma uno strumento per far rendere al meglio la fantasia di ciascun giornalista. Ricordiamoci poi che qualunque contenuto giornalistico si divide in tre parti: oltre all’attacco c’è la fase referenziale (pancia) e la chiusa. Quest’ultima è un altro momento cruciale del rapporto con il lettore… C’è chi dice che una buona maniera di trovare una chiusa sia quella di tornare sulle immagini o sull’argomentazione dell’attacco, chiudendo così il cerchio. A mio avviso, innanzitutto, è meglio evitare la morale: le conclusioni, sulla base delle informazioni che il giornalista organizza nell’articolo, deve trarle il lettore…


  • I valori notizia
    Perché alcune notizie si pubblicano e altre no? E perché alcune assumono una certa importanza e altre meno? Di mezzo c’è ovviamente l’arbitrarietà degli autori del giornale che discutono, in redazione, le notizie del giorno. In maniera più o meno consapevole però si fa riferimento a una serie di “valori notizia” individuati nel tempo e che determinano il “peso” di una certa notizia. Anche qui con un’importante avvertenza: tutto è relativo nel giornalismo. Una notizia importante per un quotidiano può non esserlo per un mensile, una rivista di motociclette seleziona le notizie in base alla propria missione, a volte dare un certo peso a una notizia, anche ingiustificato dalla cronaca, può avere un significato provocatorio… L’autonomia delle scelte di una redazione non deve mai (o non dovrebbe mai) venir meno.


  • Il concetto di fonte e le agenzie
    Dove si prendono le notizie? Come l’acqua: dalle fonti. Esistono fonti di primo (livello che provengono da soggetti autorevoli) e di secondo livello (rispetto alle quali è il giornalista a prendersi la responsabilità della notizia che comunicano). E ancora tra fonti dirette (che il giornalista rintraccia con il suo lavoro) e indirette (che producono materiali già prelavorati, come i comunicati stampa, i lanci d’agenzia…). Le agenzie sono fonti indirette, ma non hanno solitamente bisogno di verifica, e rappresentano, con tutti i rischi di omologazione informativa che questo comporta, una gran parte del materiale con cui lavorano i giornalisti moderni. Quali sono le quattro grandi agenzie mondiali? L’Ap, l’Upi, la Reuters e la France Press. E l’Ansa? È la maggiore agenzia internazionale italiana.


  • La semiotica semionarrativa di Greimas e l’individuazione del focus
    Le parole, come abbiamo detto, sono soltanto la punta dell’iceberg. Dietro la notizia, prima che questa si manifesti attraverso il linguaggio, esiste uno schema narrativo canonico intorno alla quale Julien Greimas, recuperando gli studi di Wladimir Propp sui racconti di fiaba, ha formulato un’ipotesi molto utile sul piano della scrittura giornalistica. L’ipotesi cioè che esista un programma narrativo che prevede quattro fasi (manipolazione, competenza, performanza e sanzione) e alcuni ruoli attanziali (soggetto, antisoggetto, destinante, aiutante…). Attraverso l’analisi semionarrativa riusciamo ad individuare il focus della notizia, ovvero il punto di vista dal quale racconteremo la storia


  • Breve storia della comunicazione: le caratteristiche della civiltà orale e chirografica
    Il sistema mediale è come un ecosistema, con equilibri interni che cambiano nel tempo e nello spazio… e con una sorta di riciclaggio delle modalità di comunicazione che attraversano i millenni. Fino ad ora abbiamo raccontato le caratteristiche delle prime due civiltà, quella orale e quella chirografica, rintracciando alcune caratteristiche espressive, e morfologiche, che tornano nella scrittura giornalistica della tarda modernità.

I quesiti potranno poi riguardare anche gli argomenti contenuti nel primo capitolo del Papuzzi (che qualcuno ha già ribattezzato in… Papozzi) che spero siate intanto riusciti tutti a leggere. Ma tenete presente che la prova intermedia, oltre che un momento di verifica, è anche un’ottima occasione per migliorare le proprie competenze e formarsi attraverso un meccanismo che scoprirete al momento… Allora… ci sono domande?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Professore ci aveva detto, riguardo alla lezione dell'8 maggio,quando ha spiegato uno schemino riguardante le caratteristiche di ciascuna civiltà, che l'avremmo trovato sul blog. Oppure è irrilevante? Basta quello che abbiamo scritto per l'esame?
grazie in anticipo.

Marco Fratoddi ha detto...

Fatto...