Il blog del corso di scrittura giornalistica I - Università di Cassino, facoltà di Lettere e filosofia

sabato 13 febbraio 2010

C'è Buzz nell'aria


Ci sono novità nella costellazione del social network. Da qualche giorno è attivo infatti Buzz: un nuovo servizio di Google che integra nella Gmail un filtro dedicato alla conversazione in rete. Ogni utente possiede un profilo, può aggiornare il proprio status condividendo testi, video e link esterni. Si possono lasciare commenti (un po’ come accade in Friendfeed) ai post degli altri utenti e visualizzare i loro contatti. Una piattaforma che risponde abbastanza bene, insomma, alla definizione formulata da Danah Boyd e Nicole Eleison che individuano come social network quei servizi in grado di:

* costruire un profilo personale pubblico o semi-pubblico;
* articolare una lista di altri utenti con cui si condivide un qualche tipo di connessione;
* vedere e incrociare la propria lista di contatti con le liste di altri utenti.

("Social Network Sites: Definition, History, and Scholarship". Journal of Computer-Mediated Communication, 13, 1, 2007).

Sto provando Buzz in queste ore e lo trovo molto flessibile, si integra con Twitter e con Flickr, consente di votare le informazioni postate dagli utenti e mette in ordine i propri contatti secondo la frequenza con cui vengono utilizzati. C’è anche una funzione molto affascinante che però non sono ancora riuscito a provare: attraverso il global position system (Gps) incorporato negli smartphone, lo stesso che si utilizza nei navigatori satellitari, Buzz permette di cercare le informazioni pubblicate da parte degli utenti che si trovano nella nostra zona. Sarà così possibile georeferenziare la conversazione visualizzando in tempo reale i post degli utenti che nello stesso momento si trovano sul luogo di un concerto, nella piazza del paese, a bordo dello stesso treno… A sostegno di una tendenza, il salto di medium, che porta dalla conversazione mediata verso la socialità fisica di cui ho cercato di analizzare le dinamiche in un saggio pubblicato un paio d’anni fa.

Per noi che ci occupiamo di scrittura giornalistica è la conferma che la narrazione dei fatti si orienta sempre di più verso modalità partecipative, il citizen journalism acquisisce un nuovo strumento e si proietta verso la narrazione sulle mappe complessificando la struttura lineare del testo. Quando ero piccolo mi piacevano da matti le walkie talkie, avrei voluto che ognuno ne avesse una per rimanere in contatto durante la giornata, oggi mi sembra che quel desiderio si stia realizzando attraverso i device mobili che ci consentono di proiettare in rete il simulacro delle nostre relazioni sociali.

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