Pensando e scrivendo
Lo so, ultimamente non mi sono fatto vedere molto da queste parti. Ma ho avuto un inizio d’anno a dir poco complicato. Mi perdonate? Piccolo aggiornamento: sto ripensando alcuni aspetti del corso (lavoreremo di più sul discorso oggettivante) e leggendo nuovi libri da affiancare all’insuperabile (almeno per ora) Papuzzi. Per esempio agli appassionati del piccolo schermo vorrei proporre “La televisione senza palinsesto” (De Angelis) dedicato ai contenuti, non solo giornalistici, della tv digitale. È stato scritto da Antonio Pascotto, un giornalista del Tg4, e mi interessa perché aiuta a comprendere la nuova funzione (e la nuova identità) dell’autore nell’epoca del social network multimediale. Tanto per capirci vi trascrivo un pezzetto dedicato alla “Snack tv”: “Si consuma tutto e subito. Ovunque ci si trovi: al bar, in ascensore, in coda davanti agli sportelli postali, alla fermata del tram. A piccole dosi muovendosi o durante una pausa della propria attività”. Avete presente quelli che guardano le partite sul videofonino o che si collegano al web mentre stanno in treno? Ecco, stiamo parlando di queste modalità di fruizione. Così, spiega Pascotto, sono nati dei formati di testo apposta per queste circostanze: “Contenuti brevi, come video musicali, mobisodes o minisodi - gli episodi dei telefilm realizzati apposta per i cellulari – e break news”. Un discorso, insomma, che mi sembra utile riprendere quando parleremo di microcontenuti e della morfologia del periodo nel giornalismo della tarda modernità.
Sempre in questo periodo sto lavorando alla tesina di un vostro collega, in Teorie e tecniche dei nuovi media, dedicata ai blog educativi: da quello che sto leggendo mi sembra un lavoro molto interessante, con una parte di analisi del fenomeno e un’altra, alla quale teniamo molto, dedicata alla progettazione di un’ipotetica piattaforma mediale della facoltà. Mica male come idea, no? Per il resto i giorni passano e l’inizio del corso (credo intorno alla metà di aprile) si avvicina. Tutto fa pensare che le notizie su cui esercitarci non mancheranno: più o meno in quel periodo ci saranno le elezioni e sarà interessante verificare le dinamiche di prospetticità nel giornalismo politico.
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