Giornalisti no-profit
Date un’occhiata a questo link. Vi mostra un giornale on line, ProPublica, che ha appena vinto il premio Pulitzer: il più prestigioso premio giornalistico assegnato ogni anno negli Stati Uniti dalla Columbia University. La particolarità sta nel fatto che Propublica è un giornale no-profit, ovvero: è stato finanziato tre anni fa da due filantropi americani, Herbert e Marion Sandler, e mette le proprie inchieste gratuitamente a disposizione degli altri giornali. Il premio è stato conferito a Propublica grazie ad un’inchiesta realizzata dalla giornalista Sheri Fink su quanto è accaduto nell’ospedale di New Orleans subito dopo il passaggio dell’uragano Katrina, nel 2005: le sale operatorie erano allagate, mancava l’energia elettrica, i pazienti non potevano essere curati. Così i medici, non potendo evacuare i feriti, hanno deciso di praticare loro alcune iniezioni letali. Un servizio durato due anni di lavoro che rivela una verità tragica sulla quale altre testate non avevano voluto o saputo indagare. È stato pubblicato lo scorso 30 agosto dal New York Times consentendo così a Propublica di diventare il primo new media ad aggiudicarsi il Pulitzer.
Sarà questo il destino del giornalismo? Ricavarsi degli spazi di autonomia in un panorama di generale omologazione? Chissà, molto dipende dalla capacità dei giornalisti di credere fino in fondo nella propria missione, che è quella di esprimere una narrazione originale e di evidenziare scampoli di realtà che altri colleghi, magari, non vedono. Intanto arriva anche in Italia una nuova pratica, il giornalismo on-demand: su www.dig-it.it gli utenti possono suggerire un’inchiesta, la redazione ne verifica la validità e a quel punto parte la raccolta fondi fra tutti coloro che visitano il sito. Una volta raggiunto il budget l’inchiesta viene realizzata. Esperienze come questa negli Stati Uniti già esitono ma è sintomatico che stiano giungendo anche da noi: Dig-it è ancora una testata di nicchia ma dimostra come i lettori avvertano il bisogno di un giornalismo vero, finalizzato alla ricerca di una verità che non può certo dirsi oggettiva ma quantomeno argomentata con dati raccolti sul campo e verificabili. Un giornalismo indipendente che mette al centro l'interesse dei lettori.
I nuovi media stanno cambiando il giornalismo, aprendo spazi di conversazione con gli utenti che possono determinare sempre di più la morfologia del testo: propongono temi, integrano la narrazione giornalistica con i propri commenti, possono trasformarsi in reporter nel segno del cosiddetto citizen journalism. Richiedendo ai giornalisti di professione uno sforzo in più: quello di restare all’altezza di lettori sempre più esigenti, attivi e competenti.
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